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giovedì 30 dicembre 2010

GRAZIE, FIGLI




Concita de Gregorio

Grazie, figli, di questa lezione memorabile che avete dato a noi che solo per voi lavoriamo e viviamo e che per voi avevamo paura, dicevamo va bene vai ma stai attento, come sempre avremmo voluto essere al posto vostro per aiutarvi e proteggervi e chissenefrega oggi di destra sinistra e centro, l'unica cosa che conta è il vostro futuro e il futuro è di tutti, anche – avete visto – di quei poliziotti e di quei finanzieri che vi applaudivano al passaggio, ce n'era un gruppo sotto al ministero Gelmini che si è messo a scherzare vi ha detto “non vi fate fregare che dipende solo da voi”, sono gli stessi agenti che manifestano davanti a Montecitorio e ad Arcore, gli stessi che vi hanno scritto, sono ragazzi anche loro, ce ne sono tanti come voi anche fra loro. Non tutti, ma tanti. Avevamo paura per voi e insieme speranza, come sempre, e come sempre non potevamo esserci perché il tempo è vostro, adesso, e da voi dipende il nostro. Grazie di aver sconfitto con l'unica arma possibile, l'intelligenza e l'ironia, la minaccia grande e reale di chi ha cercato e ancora cercherà di farvi passare per estremisti, ignoranti, provocatori, di aver sconfitto la torva arroganza del fascismo di ritorno spiazzandolo, come vi avevamo suggerito e certo sappiamo bene che non è successo perché ve l'abbiamo detto noi però lasciateci la gioia di vedere incarnato un pensiero, un testimone che passa di mano, un'idea che si muove e da qualche parte, del resto, verrà. Grazie di aver reso ridicoli semplicemente ignorandoli quelli che chiedevano il sangue sull'asfalto, quelli che vi volevano arrestare prima, che volevano trattarvi da ultras, che vi temono e vi odiano perché non vi ascoltano, non sanno quanto sia difficile stare nei vostri panni perché non ci stanno mai, stanno nei loro. Grazie per aver pensato l’idea di libertà che lascia le trincee a chi le ha costruite. Così, a Roma, vi abbiamo visti in periferia, lontano dalla zona rossa. Vestiti da Babbo Natale, coi pacchi regalo su cui avete scritto “Lotta all’evasione fiscale”, “Riconoscimento delle coppie di fatto”, “Acqua pubblica”. Diritto allo studio, avete detto al Presidente della Repubblica. Avete visto, Napolitano ha aperto la porta. I nonni e i nipoti, sono anni che lo andiamo dicendo: è questa l’alleanza che salverà l'Italia. La saggezza dei nonni, la forza dei nipoti. Scriveva Luigi Manconi, ieri, che siete un vero movimento politico. Jolanda Bufalini Claudia Fusani e Maria Grazia Gerina sono state con voi e raccontano per esempio di Alessandro, che aveva al collo una poesia di Franco Fortini. Istruitevi, abbiamo bisogno della vostra intelligenza. Non fermatevi, la battaglia è appena cominciata. L'Italia siete voi. Restituiteci la dignità che abbiamo cercato in questi tempi di fango di tenere in salvo come i libri ai tempi delle alluvioni, le mani in alto. Bianche, le mani, come le vostre. È un Paese bello e onesto e dignitoso, il nostro, avete ragione. È un Paese migliore di quella gentaglia. Prendetelo, figli. Restituitecelo. Vi guarderemo portarlo lontano, dove merita e dove meritate. 
22 dicembre 2010

  

QUANDO IL FANGO CANCELLA LA POLITICA


29 dicembre 2010 
Stefano Rodotà




In una bene ordinata repubblica si dovrebbe riflettere in primo luogo su una crisi che sta distruggendo l’intero tessuto istituzionale, senza farsi ogni giorno depistare da questa o quella microfibrillazione. In uno Stato non immemore di quelli che ancora sono suoi compiti, si dovrebbe riflettere sulla crescente rifeudalizzazione dei poteri, che quotidianamente lo svuota e ne cambia la natura. In un sistema politico non perduto nell’autoreferenzialità si dovrebbe riflettere su quanto sopravviva della rappresentanza e reagire coralmente alla sostituzione dell’intera politica con una macchina del fango sempre in funzione che contribuisce alla decomposizione sociale. Mai, nella storia della Repubblica, gli scontri istituzionali erano stati così violenti, ripetuti, quotidiani, emblematicamente riassunti dagli attacchi continui del Presidente del consiglio a tutte le istituzioni di garanzia. Mai s’era avuta una legge elettorale che, come quella attuale, consegna la selezione dei parlamentari ad oligarchie ristrettissime e manipola la rappresentanza. Mai s’era vissuto un periodo di sostanziale instabilità come quello cominciato nel 2006, che sembra aver fissato in due anni la durata possibile d’una legislatura. Mai la vita pubblica era stata attraversata da tanti “mostruosi connubi”, dalla riduzione d’ogni cosa all’interesse privato, con irrisione palese di moralità e legalità. Si potrebbe continuare. Ma quel che più deve far meditare è l’apparire congiunto di tutti questi fattori. La novità della situazione, il reale mutamento qualitativo, derivano dal loro irrompere tutti insieme sulla scena pubblica, da una saldatura che ha cambiato faccia alle istituzioni e alla società, diventando così il vero connotato della cosiddetta Seconda Repubblica, il cui fallimento è certificato dal fatto che già se ne invoca una Terza.
Com’è potuto accadere tutto questo? La riflessione politica s’arresta. E le spiegazioni centrate sull’antiberlusconismo si rivelano inadeguate. E non perché non siano grandissime le responsabilità di chi ha dato nome a questa fase. Ma perché lo stesso fenomeno Berlusconi ha potuto espandersi in un contesto rivelatosi propizio. Di questo si dovrebbe parlare, e non lo si fa. Con danno grandissimo per la stessa progettazione politica. L’ostacolo a una riflessione adeguata, il tabù da rimuovere, si chiama bipolarismo. Il dommatismo fa sempre male, soprattutto in politica, dove una delle regole da osservare è proprio la valutazione di ogni iniziativa secondo le conseguenze che produce. Ed è indubitabile che la via scelta per il bipolarismo all’italiana si sia rivelata disastrosa, anche perché, in un impeto fideistico, non si volle tener delle cautele a suo tempo suggerite. V’erano molti modi di arrivare al bipolarismo nel contesto storico e istituzionale italiano, e invece si è scelto quello che apriva la strada al populismo e alla concentrazione dei poteri.
La riflessione politica deve partite dalla diagnosi critica della drammatica situazione attuale. Solo un’analisi impietosa può ricreare le condizioni per una politica di rinnovamento, che significa in primo luogo liberarsi del populismo e ripristinare le condizioni minime della stessa democrazia formale. E segnalo altre tre questioni che mi sembrano ineludibili.
La vicenda Fiat Mirafiori si presenta come un caso esemplare di quello che viene chiamato “neomedievalismo istituzionale”. Proprio perché viviamo in un mondo senza centro, si dice, il governo dei processi, e la creazione delle regole che li accompagnano, sono ormai appannaggio degli specifici soggetti che agiscono in presa diretta nelle situazioni considerate. Questo legittimerebbe la Fiat, come ogni altro soggetto transnazionale, ad essere insieme imprenditore e legislatore, giudice non solo delle convenienze ma pure dei diritti, a Chicago come a Torino. La domanda è: l’indubbia crisi della sovranità nazionale, determinata dalla globalizzazione, può legittimare il ritorno ad una logica feudale, ad una società delle appartenenze e degli status, dove la pienezza della cittadinanza in fabbrica, ad esempio, è subordinata all’appartenenza a un sindacato? Non è un ritorno agli anni ’50 quello che si vuol realizzare, è un tuffo profondo in età lontane, prima della rivoluzione dei diritti dell’uomo. A molti tutto questo appare come innovazione, così come lo stesso Berlusconi viene presentato come l’incarnazione di un tempo di novità. Ma davvero non hanno nulla da dire le modernizzazioni autoritarie del secolo passato, e le diverse strade che seppero trovare le democrazie?
La Seconda Repubblica ci consegna gli attacchi allo stesso Presidente della Repubblica; alla Corte costituzionale, descritta come un manipolo di reduci della sinistra che viola le prerogative del popolo sovrano; ad una magistratura all’interno della quale si troverebbe una vera “associazione per delinquere”; al Parlamento in sé, volta a volta considerato come un intralcio o come luogo di spregiudicati reclutamenti. Ora siamo all’assalto finale. Questo hanno colto gli studenti, e il Presidente della Repubblica che, ascoltandoli, ha visto l’elemento che differenzia il movimento di oggi da quelli del passato, la volontà di essere protagonisti e, insieme, interlocutori delle istituzioni, nelle quali si riconoscono attraverso la Costituzione. Questo ha colto Daniel Baremboin quando ha aperto la stagione della Scala leggendo l’articolo 9 della Costituzione. Questo dovrebbero cogliere le forze politiche: la Costituzione sta di nuovo incontrando il suo popolo, com’era avvenuto nel 2006, quando 16 milioni di persone dissero no alla riforma costituzionale berlusconiana. Le forze di opposizione non hanno saputo, o voluto, amministrare quel patrimonio. Anche da una riflessione su questo punto può partire un rinnovamento della politica.

PRIMI CONTI FEDERALI: I COMUNI PERDERANNO 445 MILIONI DI EURO.

Dopo i conti sui tagli indiscriminati a scapito delle Regioni decisi dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e che provocheranno drastiche riduzioni dei servizi in particolare per i pendolari o cospicui aumenti delle tariffe, sono arrivati i primi conti sugli effetti del federalismo sui comuni, in particolare sui comuni capoluogo di provincia. Il Corriere della Sera: “Tra i 92 comuni italiani capoluogo di provincia, 52 otterranno benefici dalla proposta di riforma del federalismo fiscale e 4o verranno invece penalizzati….Complessivamente, ci saranno 445 milioni di euro in meno di risorse statali per i servizi comunali. La nuova situazione metterà i comuni «penalizzati» con le spalle al muro e davanti a un bivio: o la necessità di aumentare la tassa comunale onnicomprensiva, l`Imu, oppure quella di gestire meglio i propri conti e le proprie spese…L`allarme per il possibile arrivo di una vera e propria stangata (il salasso, per quelli che ci perdono è fino al 6o%) è stata lanciata da una proiezione del senatore pd Marco Stradiotto, sulla base di dati della Copaff (la commissione paritetica sul federalismo fiscale che lavora al ministero dell`Economia). Un taglio drastico delle risorse riguarderà il comune dell`Aquila (-66%) che perderà 26.294.732 euro, rispetto alle somme percepite dallo Stato nel 2010 (comprensive degli aiuti post terremoto),seguito di poco da quello di Napoli (-61%) che perderà, sempre rispetto al 2010 quasi 400 milioni (392.969.715). Napoli - è bene chiarirlo subito - è però il comune che riceve i trasferimenti statali più alti rispetto a tutti gli altri capoluoghi italiani (668 euro per abitante di fronte a una media di 387 euro). I cittadini napoletani sarebbero i più tartassati dalla nuova imposta municipale unica. Il gettito per abitante delle tasse e delle imposte devolute nella città partenopea sarebbe di 669 euro per abitante. A seguire i più colpiti sarebbero i bolognesi con 555 euro annui per abitante e gli aquilani (548 euro per abitante). L`Imu più bassa è invece quella di Brindisi (166 euro annui per abitante), seguita da Benevento (176 euro) e Catanzaro e Reggio Calabria (179 euro per abitante). Al centro sud sono distribuite le altre città più penalizzate. Nonostante lo status di Capitale, Roma perderà 129 milioni (-10%), e Palermo 185 milioni (-55%), mentre Catania avrà 62 milioni in meno.In percentuale, andrà male anche a Potenza (-55%), Messina (-59%), e Taranto (-50%). Ma anche Torino «perderà» il 9 per cento. Chi invece può sorridere è Olbia, che segna il record di incremento con il 180% in più, dai 9 attuali ad oltre 25 milioni.... Si piazza al secondo posto Imperia,con un più 122% di gettito «devoluto» rispetto ai trasferimenti attuali. Genova, invece, perderà il 22 per cento. Anche Milano avrà un saldo positivo di 169 milioni (+34%). Le altre città beneficiate si ritrovano sempre al Nord: Parma (+105%o), Padova (+76%), Treviso (+58%) e Venezia (+ 26%).

martedì 28 dicembre 2010

GENNAIO, MESE DECISIVO: MOZIONE BONDI, CONSULTA SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, RIMPASTO, FEDERALISMO.

Il fatto che la mozione di sfiducia non sia passata il 14 dicembre non ha chiuso affatto la partita sulla sopravvivenza del governo della destra. Oggi, la maggioranza sulla quale può contare Silvio Berlusconi alla Camera ha solo tre voti di differenza dall’opposizione. In questo modo non potrebbe affrontare i problemi del paese e governare. E questo lo sanno benissimo anche Berlusconi e Bossi.

Per questo, al di là delle parole, delle promesse, delle favole che Berlusconi sta raccontando, bisogna guardare i fatti. E i fatti dicono che ci sono scadenze decisive:

Primo fatto: il 10 gennaio verrà discussa la mozione di sfiducia presentata dal Pd contro il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. Questa volta, oltre a Pd e Idv, voteranno a favore della sfiducia anche Fli e Udc. Bondi rischia di essere spacciato e sta pensando di dimettersi, provocando così l’ennesimo smottamento nel governo.

Secondo fatto: l’11 gennaio la Corte costituzionale si pronuncerà sul legittimo impedimento, la legge che consente a Berlusconi di non presentarsi mai ai suoi processi, in particolare a quello per corruzione (processo Mills), dove i suoi coimputati sono già stati condannati.

Terzo fatto: il presidente del Consiglio deve presentare il rimpasto di governo. Con questa mossa da un lato avrà la possibilità di premiare qualche uomo fedele, ma dall’altro perderà almeno una parte dei doni preziosi che può offrire nelle trattative per rimpolpare la maggioranza. E gli esclusi sapranno che per loro non ci sarà nulla.

Quarto fatto: il 17 e il 23 gennaio si discuteranno in parlamento altri due decreti sul federalismo. La loro importanza è testimoniata da un’intervista rilasciata dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e pubblicata oggi da La Repubblica, pronto ad offrire la riforma costituzionale e della legge elettorale in cambio del federalismo: “C'è un passaggio cruciale. Nella settimana tra il 17 e il 23 arriveranno alle commissioni Bilancio e alla Bicamerale il quarto e il quinto decreto, federalismo municipale e autonomia impositiva. Se non passano, sarà guerra. Ma io vedo un'alternativa». «Anche a quelli che non sostengono il governo conviene votare il federalismo, perché a quel punto, dopo aver fatto 30 potremmo fare 31». «A federalismo approvato, sarà più facile affrontare insieme, maggioranza e opposizione, la madre di tutte le riforme: quella costituzionale. E parlare anche di una nuova legge elettorale, visto che dovremmo introdurre il Senato federale».

Gennaio sarà dunque un mese decisivo. Il giorno 13 si riunirà la direzione del Pd per discutere e preparare il partito alle prossime battaglie.

BERLUSCONI RIPETE LO SHOW, MA I PROBLEMI NON SI POSSONO NASCONDERE PIU’.


In una conferenza stampa, il presidente del Consiglio ha ripetuto tutto ciò che gli italiani gli sentono dire da anni: tutti i problemi sono stati risolti al meglio e quando il governo non c’è riuscito è stata colpa dei complotti.

Il presidente è stato il principale mediatore dei più importanti accordi a livello internazionale. L’Italia sta meglio di altri paesi, nonostante la crisi. La maggioranza c’è. Si faranno le riforme, i giovani universitari sono stati incontrati ….fino alla minaccia di istituire una commissione bilaterale per verificare la condotta dei pubblici ministeri o la considerazione che un eventuale decisione della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento (le norme che gli consentono di evitare di presentarsi ai processi per corruzione dove i coimputati sono già stati condannati) sarebbe un attacco politico. Insomma, il solito show. Con tanto di finte aperture a Casini.

Al di là del palcoscenico, però, alcune cose sono state chiare: Berlusconi considera i problemi concreti del paese un accidente marginale. A gennaio, le pressioni della Lega, le decisioni della Corte Costituzionale e la possibilità o meno di acquistare sul mercato qualche altro parlamentare per sopravvivere al potere, a Palazzo Chigi, decideranno il futuro della legislatura.
Tutto il resto non conta.

martedì 21 dicembre 2010

VIDEOMESSAGGIO FRANCESCHINI: perchè si ad un'alleanza tra PD e terzo polo

Il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini, sostiene e spiega la posizione del Partito Democratico.
Il momento politico è complesso e la tendenza alla semplificazione dei media (anche quelli "amici" purtroppo) non permette una chiara comprensione della linea del Partito che però c'è ed è chiara e netta.
Cittadino informato mezzo salvato! 

lunedì 20 dicembre 2010


ECCO, IN QUESTI GIORNI PENSAVO PROPRIO A QUESTO CONCETTO, MA NON MI VENIVANO LE PAROLE GIUSTE.
GRAZIE STAINO!
elisa

venerdì 17 dicembre 2010

L’OCSE CERTIFICA il DISASTRO ITALIANO.

''L'Italia delude'' e sul fronte dell'uscita dalla crisi ''ancora una volta rimane indietro''.

Molti quotidiani riportano le ultime indagini dell’Ocse (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). 

Su l’Unità si legge: "Molte tasse, poco lavoro e pochi servizi. Questa la miscela depressiva prodotta dall'IMMOBILISMO del governo Berlusconi durante la crisi più dura del secolo. Secondo gli ultimi dati Ocse relativi al 2009, per la pressione fiscale l`Italia sale al terzo posto, subito dopo la Danimarca e la Svezia, due Paesi modello quanto a welfare e servizi. Per il nostro Paese si tratta di un livello mai visto da 15 anni a questa parte: il 43,5%."

L’Ansa riporta invece l'analisi del centro studi di Confindustria: persi 540 mila posti, male anche 2011, disoccupati raddoppiati in 3 anni; calo senza lavoro solo da 2012 - Con la crisi, dal primo trimestre 2008 al terzo trimestre 2010, il numero di occupati in Italia è diminuito di 540mila, senza contare le ore di Cig che hanno un impatto pari a 480mila unità di lavoro. Il centro studi di Confindustria, stima che "il numero delle persone occupate continuerà a diminuire nel 2011" (- 0,4%). Il tasso di disoccupazione toccherà il 9% nel quarto trimestre 2011, e "inizierà a scendere molto gradualmente nel corso del 2012". Il numero dei disoccupati è ad ottobre 2010 (2,167 milioni) "più del doppio rispetto ad aprile 2007.

NON SAREBBE ORA DI FARE SERIAMENTE QUALCOSA?

lunedì 13 dicembre 2010

I DANNI DEL CENTRODESTRA PESERANNO SUL FUTURO DEGLI ITALIANI

Su La Repubblica l’economista Tito Boeri spiega come i tagli all’istruzione si ripercuoteranno domani sui lavoratori.

In tutti i paesi avanzati è stato il lavoro poco qualificato a pagare il conto più salato nella Grande Recessione. Negli Stati Uniti un quarto dei lavoratori con meno di 12 anni di istruzione ha perso il lavoro tra il 2007 e il 2009. A chi aveva studiato anche solo quattro anni in più è andata molto meglio: "solo" uno su dieci ha vissuto il trauma della perdita del lavoro. Nell'area dell'euro il tasso di disoccupazione tra chi ha al massimo completato la scuola dell'obbligo è aumentato di più di quattro punti percentuali in due anni. Quello dei laureati è rimasto quasi invariato.
Le cose in Italia non sono molto diverse: l'unica differenza è che da noi molte persone con basso livello di istruzione rimangono ai margini del mercato del lavoro. I divari nei tassi di occupazione tra laureati e diplomati sono attorno al quaranta per cento, come negli altri paesi, e sono cresciuti durante la recessione. L'istruzione è diventata ancora più di prima la migliore assicurazione sociale di cui un giovane oggi può dotarsi per evitare un futuro difficile, fatto di disoccupazione e bassi salari.

Nel Nord del mondo le imprese che, al di fuori dei servizi, sono cresciute di più sono quelle con un'elevata proporzione di lavoratori qualificati, che hanno saputo innovare producendo beni sempre più tecnologicamente avanzati, al riparo della concorrenza dei paesi a basso costo del lavoro. 

Il nostro esecutivo in questi due anni e mezzo ha tagliato solo un capitolo della spesa pubblica: le risorse per l'istruzione. Nel 2008-2009 sono calate, secondo l'Istat, del 2 per cento, mentre il resto della spesa pubblica aumentava, al netto dell'inflazione, di più del 3 per cento. Secondo le previsioni della Ragioneria dello Stato, le cose sono destinate ad andare ancora peggio nel 2010. La spesa per la scuola dovrebbe diminuire di circa un punto e mezzo e quella per l'università addirittura del 9 per cento in termini reali.

È una scelta di bilancio che non ha alcuna giustificazione economica di fronte alla stagnazione del nostro Paese. Si spiega unicamente con lo scarso peso politico delle nuove generazioni. Rischiamo di pagarla molto cara, la classica zappa sui piedi.

I mancati investimenti oggi fatti nell'istruzione potranno tradursi in un futuro non molto lontano in maggiore spesa per offrire protezione sociale a coloro che, in un mondo sempre più competitivo, non riusciranno a trovare o mantenere a lungo un posto di lavoro. Per questi motivi Francia e Germania si sono mosse in direzione diametralmente opposta alla nostra, aumentando durante la crisi la spesa per l'università e la ricerca.

venerdì 10 dicembre 2010

IN CHE MONDO VIVIAMO?!?


CORTE COSTITUZIONALE, PRIMA IL PRESIDENTE POI IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO.

Tutti gli sguardi sono rivolti in questi giorni alla crisi politica, ma oggi viene presa una decisione importante, che avrà un peso sul futuro:

viene scelto il nuovo presidente della Corte Costituzionale

     Il primo appuntamento della Corte, come si ricorderà, è la decisione sulla legittimità costituzionale del legittimo impedimento, cioè della legge ad personam che finora ha permesso a  Silvio  Berlusconi di non  presentarsi in tribunale a rispondere delle accuse nel processo per corruzione per il quale è stato condannato già l’avvocato Mills.

Il Corriere della Sera: “Oggi il plenum della Corte costituzionale elegge il suo nuovo presidente, è il 34°, e dall`esito dello scrutinio dipende in qualche modo   la tempistica delle decisioni della Consulta previste nei prossimi mesi. Fino a qualche giorno fa era data per scontata l`elezione del giudice «anziano» Ugo De Siervo, l`attuale vicepresidente votato nel 2002 dal Parlamento su indicazione del centrosinistra in scadenza il 29 aprile prossimo, ma nelle ultime ore i «rumors» della Consulta segnalano grande attivismo intorno al collega napoletano Alfonso Quaranta, eletto dal Consiglio di Stato nel 2004 con un   mandato che scade nel 2013 e da molti  considerato su  posizioni filogovernative. Si andrà al ballottaggio e al terzo scrutinio la partita si dovrebbe giocare sul filo di lana perché un solo voto in più potrà fare la differenza”.

A VOI TRARRE LE CONCLUSIONI.

lunedì 15 novembre 2010

RICORDIAMO L'INIZIATIVA DEL PD DI RIO SALICETO SUL TEMA SCUOLA. INTERVIENE: ON. MANUELA GHIZZONI PD

http://www.manuelaghizzoni.it/




LUNEDI' 15 NOVEMBRE, ORE 21.00, RIO SALICETO, LOCALI FIERISTICI (EX DELFINO), VIA XX SETTEMBRE:

ANTONELLA REGGIANINI (assessora comunale e membro direttivo PD Rio Saliceto) e IRENE FERRARI (consigliera comunale e membro direttivo PD Rio Saliceto), ospitano, in un incontro informale, l'ON. MANUELA GHIZZONI, Capogruppo PD alla commissione Scuola della Camera dei Deputati.

Nel corso dell'incontro si affronteranno le problematiche gestionali scaturite dalla Riforma Gelmini. Si tratteranno in modo specifico le scuole primarie e secondarie, senza trascurare i temi di Università e Ricerca.

mercoledì 3 novembre 2010

NOVEMBRE A RIO SALICETO: LE INIZIATIVE

SABATO 6 NOVEMBRE, ORE 17.30, RIO SALICETO, LOCALI FIERISTICI (EX DELFINO), VIA XX SETTEMBRE:
FILIPPO NORI (conisgliere comunale e membro esecutivo PD Rio Saliceto) e ELENA MELEGARI (assessora comunale e membro esecutivo PD Rio Saliceto)
INCONTRANO GIULIA NOTARI E ANTONIA MONTICELLI PER APPROFONDIRE LA FIGURA DI GIANNI RODARI E IL SUO STRETTO LEGAME CON REGGIO EMILIA
A 90 ANNI DALLA NASCITA E A 30 DALLA MORTE. Giulia Notari è stata stretta collaboratrice di Rodari e Loris Malaguzzi: porterà la sua testimonianza. Antonia Monticelli approfondirà il lascito dell'insegnamento di
Rodari e Malaguzzi, concretizzato nelle scuole reggiane. L'incontro durerà circa 75-90 minuti e comprenderà un video documentario di 20 minuti realizzato nell'ambito di Reggionarra.

DOMENICA 7 NOVEMBRE, ORE 11.00, RIO SALICETO, LOCALI FIERISTICI (EX DELFINO), VIA XX SETTEMBRE:
ELISA BELLESIA (consigliera comunale e segretaria PD Rio Saliceto) presenta il libro di
MASSIMO STORCHI E ITALO ROVALI, IL PRIMO GIORNO D'INVENRO,

riguardante l'eccidio di Cervarolo del 1944, alla presenza degli autori.
Le ricerche di Rovali e Storchi, confluite nella pubblicazione del 2010, hanno il merito di aver contribuito
alla riapertura del processo per strage che attualmente, proprio in questi mesi, si sta celebrando presso il
Tribunale di Verona.

LUNEDI' 15 NOVEMBRE, ORE 21.00, RIO SALICETO, LOCALI FIERISTICI (EX DELFINO), VIA XX SETTEMBRE:
ANTONELLA REGGIANINI (assessora comunale e membro direttivo PD Rio Saliceto) e IRENE FERRARI (consigliera comunale e membro direttivo PD Rio Saliceto)
intervistano, in un incontro informale, l'ON. MANUELA GHIZZONI, Capogruppo PD alla commissione Scuola della Camera dei Deputati.
Nel corso dell'incontro si affronteranno le problematiche gestionali scaturite dalla Riforma Gelmini. Si tratteranno in modo specifico le scuole primarie e secondarie, ma
l'ON. GHIZZONI, per sua espressa richiesta, farà anche una digressione sul tema della Università e della Ricerca.
 

giovedì 14 ottobre 2010

ARRIVA LA LEGGE MANCIA PER GLI EDIFICI SCOLASTICI

Le commissioni Cultura e Bilancio della Camera hanno messo a disposizione 120 milioni che saranno ripartiti tra i singoli parlamentari. L'Idv: "Finazieranno opere che daranno loro un ritorno elettorale". Il caso dell'istituto paritario fondato dalla moglie di Bossi.

Leggi l'articolo su La Repubblica di oggi a firma di SALVO INTRAVAIA

Ecco il link per accedere all'articolo:

 

http://www.repubblica.it/scuola/2010/10/14/news/legge_edifici_scolastici-8051322/?ref=HREC1-8 

 

 VI RICORDATE QUEI FAMOSI 200 MILA EURO ARRIVATI DAL GOVERNO (E SOLO GRAZIE ALL'INTERMEDIAZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE CHE NE HA PERMESSO IL VIA LIBERA) A FAVORE DELLA SCUOLA PARITARIA W. BIAGINI DI RIO SALICETO? SI? BENE. ECCOVI SPIEGATO NELL'ARTICOLO DI INTRAVAIA IL PERCHE' E IL PER COME DI TUTTO CIO'.

 

BUONA LETTURA! 

mercoledì 13 ottobre 2010

LA MANOVRA TAGLIA I SERVIZI. CHE FARE? INCONTRO PUBBLICO GIOVEDI' 14 OTTOBRE 2010 ORE 20.30 A RIO SALICETO (RE), CENTRO FIERISTICO POLIVALENTE, VIA 20 SETTEMBRE

L'iniziativa è promossa dallo SPI-CGIL Sindacato dei Pensionati Italiani sezione di Rio Saliceto.

All'incontro interverrano:

FABRIZIO BELLELLI - Sindaco di Rio Saliceto

MAURIZIO PICCAGLI - Segretario Provinciale SPI Reggio Emilia

La serata sarà coordinata da Virgilio Benati - Coordinatore SPI del Distretto di Correggio

sabato 9 ottobre 2010

FORUM DELLE DONNE DELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA: LA PARITA' TRA UOMINI E DONNE DEVE ESSERE OBIETTIVO DI TUTTI

Reggio Emilia, 8 ottobre 2010

"La parità tra uomini e donne deve essere obiettivo di tutti"
Il Forum delle donne interviene sulla tragica fine di Sarah Scazzi e di Begun, uccisa dal marito perche difendeva la figlia: "Su questo si impegnino le istituzioni"

Il Forum delle donne della Provincia di Reggio Emilia, riunitosi il 7 ottobre, intende manifestare sdegno, dolore e condanna per la tragica fine dell’adolescente pugliese Sarah Scazzi e di Begum, la donna pakistana di Novi di Modena, uccisa del marito per salvare la figlia Nosceen.
Pur nella sostanziale diversità dei casi, le due vicende, mentre da un lato confermano il coraggio e la forza delle donne nell’opporsi alle vessazioni e nel favorire i cambiamenti culturali e sociali, dall’altro evidenziano ancora una volta come il prezzo di questo cambiamento sia sempre  per loro troppo alto e violento.
La determinazione delle donne, spesso anche molto giovani, per far valere il proprio punto di vista, le proprie scelte, i propri diritti, è troppe volte  fonte di segregazione, violenze domestiche, omicidi, come confermano le cifre ufficiali: in Italia la violenza domestica è la prima causa di morte per le donne dai 16 ai 44 anni, ed ogni due giorni si consuma un delitto in famiglia.
Questi drammi che spesso si consumano sulle fasce più deboli della società mettono in evidenza tradizioni culturali proprie di comunità chiuse, dove in famiglia il maschio è il padrone della vita e della morte delle componenti femminili.
Come già per Hina e Sanaa il rifiuto da parte delle ragazze immigrate di queste barbare usanze tribali determina una conflittualità che a Novi ha trovato alleate due generazioni di donne, madre e figlia, e dove la madre ha pagato con la vita la condivisione della ribellione della figlia, mentre l’ambiente dell’omicidio di Sara lascia presumere possibili silenzi familiari da parte delle stesse donne della famiglia.
Di fronte alla drammaticità di questi eventi, è sbagliato ricorrere semplicemente alla stigmatizzazione, all’esclusione, all’isolamento.
Per questo il Forum delle donne della Provincia di Reggio Emilia chiede l’impegno di tutte le istituzioni affinchè si applichino le leggi esistenti, al fine di costruire reali condizioni di parità tra uomini  e donne, e questo a cominciare dalle istituzioni scolastiche. Solo questo può imprimere i necessari e urgenti cambiamenti culturali e sociali.
Si auspica  infine che questo tema non sia solo a carico delle donne, ma veda una forte ribellione e condivisione da parte della  componente maschile della società.
Tutti devono sentire la propria responsabilità nella ricerca delle condizioni che permettano a donne e uomini di ogni nazionalità e cultura di essere realmente liberi e autonomi.


A cura dell’Ufficio Stampa della Provincia di Reggio Emilia – Corso Garibaldi, 59 
Tel. 0522.444151 (f.macchi) - 444134 (s.mannari) mail: ufficio.stampa@mbox.provincia.re.it

giovedì 7 ottobre 2010

MOBILITAZIONE SCUOLA - VENERDI' 8 OTTOBRE 2010

Cari amici,

vi informo prontamente che, dopo un confronto in Esecutivo Provinciale, il Partito Democratico di Reggio Emilia si ritiene mobilitato nella giornata di venerdì 08.10.2010 nella nostra città, d’intesa con la FLC-CGI, la Rete degli Studenti Medi e i Giovani Democratici, per una manifestazione contro la Riforma delle Scuole Superiori che partirà dalle ore 8:30 davanti al Teatro Ariosto.
All’indirizzo
http://www.retedeglistudenti.it/AREA%20DOWNLOAD/piattaforma.pdf

la piattaforma della manifestazione, che coinvolgerà tante piazze in tutt’Italia.

Il PD proseguirà e intensificherà le proprie iniziative per esprimere il totale dissenso nei confronti della Riforma Gelmini, in difesa di una scuola inclusiva e di qualità. L’8 e il 9 ottobre, presso l’Assemblea Programmatica nazionale – cui parteciperà una delegazione reggiana – sarà presentato il nuovo documento nazionale contenente le proposte del PD sulla scuola.

Sabato il comitato “Riprendiamoci la scuola”  organizza una manifestazione contro la riforma Gelmini: solidarizziamo con questa iniziativa, che tuttavia ha come precisa scelta la realizzazione di un manifesto “nel corso del corteo”. Non riteniamo possibile aderire ufficialmente ad una piattaforma “in costruzione” – la bozza, tra l’altro ci lascia perplessi su diversi punti –  pur condividendo naturalmente lo spirito della manifestazione.

Grazie per la collaborazione e colgo l'occasione per ringraziare tutti dell'egregio lavoro di mobilitazione fino ad ora svolto e alle tante iniziative programmate per le prossime settimane.

Distinti Saluti,

Lucia Spreafico
Resp. Scuola PD Provinciale

lunedì 4 ottobre 2010

CONTRORDINE LEGHISTI!



I VERTICI PROVINCIALI DELLA LEGA NORD DI REGGIO EMILIA HANNO IMPARTITO DIRETTIVE AI LORO RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI AFFINCHÉ ASSUMANO UNA POSIZIONE AUTONOMA NEI CONFRONTI DEL PDL.

COSA SUCCEDE?

IL MODELLO FINI STA FACENDO PROSELITI?

CI SI ACCORGE SOLO ORA CHE LA FARSA DEL PARTITO DI LOTTA E DI GOVERNO NON REGGE PIÚ?

PROBABILMENTE ANCHE NEL PIÚ FEDELE  ELETTORATO LEGHISTA COMINCIA  AD AFFIORARE IL SENSO DELLA PRESA PER I FONDELLI, PERCHÉ SI PUÓ RACCONTARE LA FAVOLA DEL FEDERALISMO E DELLA SECESSIONE PER UN PÓ, MA DOPO 7 ANNI DI GOVERNO PASSATI A FARE LEGGI “SALVA GALERA”, A SPARARE A QUALCHE BATTELLO DI IMMIGRATI E SGOMBERARE ALCUNI CAMPI NOMADI, QUALCUNO COMINCIA A PENSARE CHE LE “VACANZE ROMANE” SIANO DURATE TROPPO, SPECIALMENTE DOPO IL SALVATAGGIO DELL ON. COSENTINO, INDAGATO PER CAMORRA E, PIU' VICINO A NOI, QUALCHE SCANDALO RIGUARDANTE AMMINISTRATORI LEGHISTI COLTI CON LE MANI NEL SACCO....O SACCOCCIA.

E ALLORA ECCO LA TROVATA:
“ ASSUMIAMO UNA POSIZIONE POLITICAMENTE AUTONAMA “

                            CHE SUONA COME UNA ULTERIORE PRESA IN GIRO.
È IL RICONOSCIMENTO DELL' ASSERVIMENTO LEGHISTA  AI  VOLERI E AI VALORI (INTESI COME VENALI) DI BERLUSCONI.

MA ORA QUESTA AUTONOMIA COME SI TRADURRÁ POLITICAMENTE?

 UN CONTO E' ANNUNCIARLA, UN CONTO E' METTERLA IN PRATICA.

LO VEDREMO PRESTO ANCHE NEL NOSTRO CONSIGLIO COMUNALE DOVE SILVIO (BRUNETTI), IN PERFETTA SINTONIA CON L'ALTRO SILVIO, DICE CHE VA TUTTO BENE, L'AMORE E L'ACCORDO REGNANO SOVRANI, NON E' SUCCESSO NULLA.

IL RAPPRESENTANTE LEGHISTA PER ORA TACE.

ASPETTIAMO FIDUCIOSI CHE ESPRIMA LA SUA AUTONOMIA, MA CHE NON SI FACCIA ATTENDERE COME IL FEDERALISMO.


GRUPPO CONSILIARE
 “ DEMOCRATICI PER RIO SALICETO”
PARTITO DEMOCRATICO
RIO SALICETO 29/09/2010