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martedì 28 dicembre 2010

GENNAIO, MESE DECISIVO: MOZIONE BONDI, CONSULTA SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, RIMPASTO, FEDERALISMO.

Il fatto che la mozione di sfiducia non sia passata il 14 dicembre non ha chiuso affatto la partita sulla sopravvivenza del governo della destra. Oggi, la maggioranza sulla quale può contare Silvio Berlusconi alla Camera ha solo tre voti di differenza dall’opposizione. In questo modo non potrebbe affrontare i problemi del paese e governare. E questo lo sanno benissimo anche Berlusconi e Bossi.

Per questo, al di là delle parole, delle promesse, delle favole che Berlusconi sta raccontando, bisogna guardare i fatti. E i fatti dicono che ci sono scadenze decisive:

Primo fatto: il 10 gennaio verrà discussa la mozione di sfiducia presentata dal Pd contro il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. Questa volta, oltre a Pd e Idv, voteranno a favore della sfiducia anche Fli e Udc. Bondi rischia di essere spacciato e sta pensando di dimettersi, provocando così l’ennesimo smottamento nel governo.

Secondo fatto: l’11 gennaio la Corte costituzionale si pronuncerà sul legittimo impedimento, la legge che consente a Berlusconi di non presentarsi mai ai suoi processi, in particolare a quello per corruzione (processo Mills), dove i suoi coimputati sono già stati condannati.

Terzo fatto: il presidente del Consiglio deve presentare il rimpasto di governo. Con questa mossa da un lato avrà la possibilità di premiare qualche uomo fedele, ma dall’altro perderà almeno una parte dei doni preziosi che può offrire nelle trattative per rimpolpare la maggioranza. E gli esclusi sapranno che per loro non ci sarà nulla.

Quarto fatto: il 17 e il 23 gennaio si discuteranno in parlamento altri due decreti sul federalismo. La loro importanza è testimoniata da un’intervista rilasciata dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e pubblicata oggi da La Repubblica, pronto ad offrire la riforma costituzionale e della legge elettorale in cambio del federalismo: “C'è un passaggio cruciale. Nella settimana tra il 17 e il 23 arriveranno alle commissioni Bilancio e alla Bicamerale il quarto e il quinto decreto, federalismo municipale e autonomia impositiva. Se non passano, sarà guerra. Ma io vedo un'alternativa». «Anche a quelli che non sostengono il governo conviene votare il federalismo, perché a quel punto, dopo aver fatto 30 potremmo fare 31». «A federalismo approvato, sarà più facile affrontare insieme, maggioranza e opposizione, la madre di tutte le riforme: quella costituzionale. E parlare anche di una nuova legge elettorale, visto che dovremmo introdurre il Senato federale».

Gennaio sarà dunque un mese decisivo. Il giorno 13 si riunirà la direzione del Pd per discutere e preparare il partito alle prossime battaglie.

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