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giovedì 26 aprile 2012



PIPPO (GIUSEPPE) CIVATI 

A RIO SALICETO

PER PARLARE DI

CORRUZIONE

CON LA GIORNALISTA

SARA DI ANTONIO

mercoledì 25 aprile 2012

Lettera agli iscritti

ARTICOLO

Dimezziamo il finanziamento pubblico da subito

24 aprile 2012   1001 letture


Lettera di Bersani agli iscritti del PD in occasione della festa di Liberazione del 25 aprile 2012 con le proposte per l'immediato dimezzamento dei finanziamenti pubblici ai partiti-


Care iscritte, cari iscritti,
   il 25 aprile noi italiani ricordiamo la liberazione dal nazifascismo e la resistenza di quanti lottarono anche a costo della vita per la libertà e la democrazia nel nostro paese. Se oggi noi viviamo in un mondo migliore lo dobbiamo anche a loro. Per queste ragioni, la celebrazione del 25 aprile per noi democratici non è un semplice rito, ma il momento in cui ciascuno rinnova l'impegno personale e collettivo per la difesa e lo sviluppo della democrazia in Italia e in Europa.

   La ricorrenza del 2012 si presenta da questo punto di vista ancora più significativa. Fin dall'inizio il Partito democratico ha avuto l'ambizione di essere il partito della liberazione, della Costituzione e della ricostruzione civile e democratica dell'Italia. Abbiamo passato anni terribili. Il populismo ha governato il paese, portando l'Italia sull'orlo del burrone. Noi abbiamo lottato contro questa deriva, chiamando tutti alla riscossa civile, per riportare l'Italia nell'alveo del modello europeo. A lungo siamo stati soli. Gran parte della classe dirigente sosteneva Berlusconi e il suo populismo e chiudeva gli occhi di fronte alla realtà. Alla fine i frutti dell'impegno del Pd sono arrivati, come dimostrano i risultati delle amministrative e dei referendum del 2011, la caduta del governo Berlusconi.
  
 A un passo da una crisi devastante abbiamo ottenuto l'uscita da palazzo Chigi di Silvio Berlusconi. Il Pd si è impegnato, per la salvezza dell'Italia, al sostegno del governo guidato da Mario Monti. Il compito di un grande partito popolare e nazionale è di pensare prima all'Italia e poi ai suoi interessi. L'eredità lasciata dal centrodestra è tuttavia pesante e il senatore Monti ha dovuto prendere provvedimenti impopolari. Non tutte le misure che sono state varate l'avremmo predisposte noi. Abbiamo avanzato le nostre proposte e ottenuto anche alcuni importanti miglioramenti (dal prelievo sugli esportatori di capitale che hanno sfruttato il condono di Tremonti alla lotta contro l'evasione, alla difesa dell'articolo 18, fino alla battaglia per il futuro degli esodati). Ma non dimentichiamo e non permettiamo che si dimentichi che Monti è venuto non dopo i partiti, ma dopo Berlusconi.

  Siamo a un tornante storico. Ci troviamo a vivere insieme la crisi economica più grave dal 1929 e la crisi politica peggiore dal 1992, anno di Mani Pulite. In questo passaggio il Pd si è assunto il compito di tenere in collegamento il governo con le esigenze sociali e la sofferenza del paese. Il Pd vuole essere il motore che spinge l'Italia ad arrestare il declino, a riprendere la crescita e, nello stesso tempo, il partito che promuove una riforma profonda della politica, senza la quale non può esservi una riscossa del paese.

  In un momento così difficile per gli italiani è indispensabile ridare un senso etico alla politica, far capire che solo la buona politica può far uscire il paese dalle secche e che nuove scorciatoie populiste, di qualsiasi segno, ci riporterebbero nel burrone. I partiti, in primo luogo il Pd, devono dunque dare l'esempio, tirando la cinghia e avviando un rinnovamento e un rafforzamento delle regole interne, in modo da riavviare il cammino della democrazia.

  Fin dall'inizio il Pd ha deciso di far certificare i propri bilanci da una società esterna di revisione (la stessa che certifica il bilancio della Banca d'Italia) ed ha proposto una legge per applicare e regolare l'articolo 49 della Costituzione, in modo da fissare norme precise per la vita interna e per la trasparenza dei partiti politici, fondamentali in ogni democrazia occidentale. Non erano scelte casuali, erano volute. Ma ora bisogna fare di più. 

  In questo ambito il Pd punta a una immediata e profonda riforma del finanziamento pubblico, perché i partiti, se devono assolvere al proprio  compito democratico, non possono e non devono vivere prigionieri dell'interessato sostegno del o dei miliardari.
In particolare, il Pd propone:

a) La certificazione dei bilanci dei partiti da parte di società esterne di revisione; il controllo da parte della Corte dei conti; la pubblicazione dei conti su internet.

b) Tetti drasticamente più stringenti per le spese elettorali, non riferibili solo al periodo immediatamente precedente il voto, imponendoli dove oggi non sono previsti e riducendoli dove sono già in vigore.

c) Il dimezzamento da subito, rispetto all'anno scorso, dell'ammontare complessivo del finanziamento pubblico ai partiti costruendo un sistema basato su due pilastri, secondo il modello tedesco:
1) un contributo fisso relativo al numero dei voti; 2) un'agevolazione o una compartecipazione pubblica commisurata in base all'entità del finanziamento privato raccolto da ciascun partito. In proposito vanno ricordati due temi. Il primo: il Pd ha, fin dalla nascita, raccolto parte non irrilevante dei fondi con il tesseramento e con le feste democratiche, che per scelta politica il Pd lascia ai territori, con i contributi dei parlamenti e degli amministratori. Il secondo: il Pd ha girato una parte dei finanziamenti alle strutture regionali e continuerà a farlo anche nelle nuove e più stringenti condizioni. Con questo passaggio l'Italia resterà largamente al di sotto di quanto avviene in Germania, in Francia, in Spagna.

d) Il finanziamento privato deve essere consentito solo per somme molto contenute e reso trasparente, in modo che i cittadini possano controllare.

Il Parlamento oggi ha la possibilità di varare in poche settimane sia le norme per regolare la vita interna dei partiti, sia i drastici tagli e la riforma del sistema di finanziamento pubblico. E' un contributo che la politica deve dare, oltre all'indispensabile riforma della legge elettorale per consentire ai cittadini di scegliere i parlamentari, alla riduzione del numero dei deputati e dei senatori e agli altri interventi di rinnovamento istituzionale.

Il Pd prende l'impegno solenne a procedere su questa strada e a incalzare le altre forze politiche, che devono abbandonare posizioni di facciata per essere richiamate alla concretezza dei fatti e dei tempi per ottenere risultati certi prima delle vacanze estive.

Il Pd non da oggi ha ingaggiato la battaglia per la ricostruzione civile e democratica dell'Italia, per uscire dal populismo e tornare in Europa. 

Oggi, 25 aprile, è il momento per rinnovare quell'impegno.
Lo prendo di fronte a voi che ogni giorno alimentate le iniziative del partito. Chiedo a tutti forza e tenacia nel sostenere le ragioni della buona politica, le stesse che hanno spinto ciascuno di noi a lavorare per la democrazia e per il nostro paese.


                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

sabato 21 aprile 2012


Dov'è finita la società civile?
GIAN ENRICO RUSCONI
Che fine hanno fatto gli imponenti movimenti di piazza, che hanno segnato la fine della stagione berlusconiana e hanno inaugurato una stagione che sembrava ricca di speranze a portata di mano? Anzi a portata di voce?

Sono usciti anche dal circuito dei talk-show e dalle trasmissioni televisive dedicate alla politica che hanno di fatto sostituito il discorso pubblico. Ospiti di queste trasmissioni sono sempre politici professionali, momentaneamente disoccupati dal Parlamento, e commentatori giornalistici che vivono quotidianamente addosso agli stessi politici che criticano. Accanto agli esperti di ogni genere e grado su tasse e «crescita». Ma di donne o uomini, che ripropongano le aspettative dei movimenti di mesi or sono non se ne vedono. O mi sbaglio? Ma come potrebbero accedere al circuito mediatico? Con quale legittimazione?

leggi tutto.....Dov'è finita la società civile?

sabato 14 aprile 2012

Troppa attenzione ai mercati e poca attenzione all'economia e al disagio sociale.


CRISI: GOVERNO TROPPO ATTENTO A MERCATI FINANZIARI

Il governo deve avere piu’ attenzione per l’economia reale e un po’ meno ai mercati perche’ c’e’ un rischio di esplosione del disagio sociale. Dobbiamo aiutare il governo a fare una piccola correzione di rotta. C’e’ troppa attenzione ai mercati, certo va bene che ci sia, ma oltre ai mercati che, stanno giocando abbastanza sporco, bisogna avere attenzione all’economia reale e alla questione sociale. Non sono sicuro che gli interessi delle banche siano gli stessi delle imprese se non prestano soldi ad artigiani e commercianti. Oggi siamo seduti su una situazione dormiente, ma i nostri lavoratori e pensionati sono frustrati e delusi. Facciamo attenzione a non barcamenarci tra l’attuale apparente calma e un’ipotesi di rivolta che potrebbe sempre serpeggiare.

lunedì 9 aprile 2012

Cambiare la legge e il finanziamento ai Partiti



La fine della seconda Repubblica
scritta nell'epilogo della prima


di NADIA URBINATILa Prima repubblica è finita nei tribunali. La seconda anche. La prima volta fu una tragedia, la seconda una farsa. Una farsa nata dal ventre di quella tragedia, da "uomini nuovi" che seppero approfittare della condizione di vulnerabilità del paese, catapultato in pochi mesi tra i paesi più corrotti del mondo insieme alla Nigeria; che forgiarono un'ideologia populista utile a mettere in sella in quattro e quattr'otto una nuova classe politica, venuta dal nulla, ovvero dalla società civile e quindi, si giurava, onesta. Un segno distintivo di onestà era, non va dimenticato, la pratica dell'evasione fiscale, nobilitata come "disobbedienza fiscale" contro Roma ladrona. Nata contro la legge e in violazione della legge che venne furbescamente identificata con i governanti allora inquisiti, un argomento facile da capire per i laboriosi italiani del Nord-Est. Nella gestazione dei partiti che hanno dominato la scena in questi ultimi tre lustri, era scritta la storia che oggi raccontiamo. Non vi è nulla di che stupirsi poiché, per usare una massima socratica, si diventa quel che si è. 
E non si tratta di determinismo, ma di una considerazione che si ricava qualora ci si interroghi sull'identità dei protagonisti. 
Continua........ Cambiare la legge sui finanziamenti ai Partiti.

mercoledì 4 aprile 2012

la nota del mattino



Mercoledì 4 aprile 2012 
1. LAVORO 1. BERSANI HA VINTO LA PRIMA MANCHE, HA CHIARITO LE PROPRIE 
POSIZIONI CON MONTI. 
IL GOVERNO LE HA ACCETTATE. ORA SI ASPETTA IL  RESTO PER VERIFICARE SE ALLE PAROLE CORRISPONDONO I FATTI. 
La tenacia, la determinazione e la ragionevolezza del segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, hanno prodotto la vittoria della prima manche nella partita sulla riforma  del lavoro. Ieri sera, nel corso dell’incontro con il presidente del Consiglio, Mario Monti, e poi anche con gli altri segretari dei partiti che sostengono il  Governo, Udc e Pdl, il leader del Pd è riuscito ad ottenere che la riforma si avvicini al modello tedesco, prevedendo per l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori procedure di conciliazione veloce, la possibilità di ricorrere al giudice, la possibilità del reintegro.
“Sciolti tutti i nodi” ha detto alla fine dell’incontro Mario Monti. Ma bisogna andare  con i piedi di piombo: bisogna ancora verificare come il governo metterà nero su  bianco nel testo del disegno di legge le cose che Bersani ha detto a Monti e che il  presidente del Consiglio ha dichiarato di tenere presenti nella stesura finale del provvedimento. 
Per avere un’idea dei possibili cambiamenti e del perché il Pd ora attende di leggere i testi per una  valutazione oggettiva si può leggere su Il Sole 24 ore: 
2. LAVORO 2. ANCHE I LAVORATORI DI DESTRA VOLEVANO L’ACCORDO. PER QUESTO ERA PREVEDIBILE CHE IL PDL AVREBBE FATTO MELINA E POI ACCETTATO.
Anche i lavoratori che votano a destra volevano una formulazione dell’articolo 18 diversa da quella preparata dal ministro del Welfare Elsa Fornero. Ecco perché, al di là della melina politica e delle posizioni strumentali e provocatorie, il Pdl alla fine era chiaro che avrebbe accettato una mediazione. Tra l’altro il Pdl lamentava un eccesso di burocrazia nelle norme per l’ingresso nel lavoro, difetto in realtà riscontrabile nel testo Fornero. E anche su questo tema ora bisognerà verificare come il governo passerà dalle parole ai fatti.

3. NIENTE MANOVRE BIS. MA NON QUESTO NON CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA: 
IL RIGORE NON BASTA, CI VUOLE UNA SPINTA ALLO SVILUPPO IN EUROPA E IN ITALIA. INTERVISTA A MONTI SUL FUTURO.
L’unione europea e lo stesso governo italiano hanno smentito ieri una indiscrezione del Financial Times in base alla quale l’Italia avrebbe dovuto fare una manovra aggiuntiva, a causa della recessione e degli alti tassi di interessi. Lo stesso Monti ha smentito. Ma il problema resta: solo con il rigore il paese è destinato a restare al palo e a subire le pesantissime ripercussioni della recessione sulle aziende, sui lavoratori, sulle famiglie. Da tempo (sono almeno tre anni che il Pd lo dice) il Partito Democratico propone  ricette nelle quali, accanto al rigore sui conti, ci sono misure per sostenere lo sviluppo e rilanciare il paese. Il Pd sta lavorando anche in Europa con gli altri partiti progressisti su una piattaforma destinata a sostenere lo sviluppo (eurobond, projectbond, tasse sulle transazioni finanziarie, fondi per la ricerca…). Ma è decisivo che anche in Italia si prendano alcune iniziative, come l’allentamento del patto di stabilità interno per dare ai comuni virtuosi la possibilità di fare gli investimenti, come l’avvio di un meccanismo di triangolazione Cassa depositi e prestiti- banche- comuni per il pagamento dei debiti delle amministrazioni locali nei confronti delle piccole e medie imprese, strozzate letteralmente dai mancati pagamenti dei lavori, l’avvio di una politica  industriale che individui, nell’ambito delle scarse risorse disponibili, alcune iniziative di rilancio e di avanzamento nei settori di punta, come la green economy.
Articolo di Paolo Guerrieri su l’Unità: 

Su La Stampa lunga intervista a Mario Monti: 

4. IL PASTICCIO DELL’IMU, L’IMPOSTA VOLUTA DAI LEGHISTI E INTRODOTTA CON IL FEDERALISMO FISCALE DELLA DESTRA, METTE I COMUNI IN DIFFICOLTA’. SI RISCHIA LA CRISI PER I SERVIZI PUBBLICI ALLE FAMIGLIE.
L’Imu, l’imposta introdotta durante il governo Berlusconi con un pasticcio nel federalismo fiscale voluto dalla Lega Nord e sostenuto dal Pdl, sta provocando molti problemi. La nuova imposta (che comprende anche l’ex tariffa per la raccolta dei rifiuti oltre alla imposizione patrimoniale sugli immobili) si dovrà applicare a giugno solo per le aliquote minime. Due, soprattutto, i problemi che ne seguiranno. Da un lato i comuni non incasseranno in questo modo una somma pari ai tagli decisi dal governo dei trasferimenti di risorse finanziarie pubbliche. Di conseguenza, i sindaci si troveranno strozzati e rischiano di non poter garantire i servizi pubblici ai cittadini (trasporti, asili nido…..). Dall’altro lato, i cittadini rischiano di dover subire una vera stangata a fine anno (la seconda rata) quando dovranno versare il saldo, anche per quanto riguarda le aliquote maggiorate che nel frattempo avranno deciso i comuni. 
5. LEGA NORD, LO SCANDALO COINVOLGE BOSSI. A QUESTO PUNTO DECISIVO CHE SI APPROVI LA LEGGE SUI PARTITI E LA LORO TRASPARENZA PRESENTATA DAL PD. IL PD GIA’ CERTIFICA I PROPRI BILANCI E FARA’ FIRMARE AI CANDIDATI IL CODICE ETICO PER GLI AMMINISTRATORI. MA ATTENZIONE: LA CRISI DELLA LEGA DIPENDE DAL FALLIMENTO DELLA SUA POLITICA.
Altro che Roma ladrona. Lo scandalo che in questi giorni coinvolge il tesoriere della Lega e le accuse sull’uso dei soldi pubblici per le necessità della famiglia di Umberto Bossi sono pesantissime. 
L’ennesimo scandalo indica la necessità di approvare subito la proposta presentata dal Pd sulla riforma dei partiti in base all’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione.
Dalle agenzie di stampa, dichiarazione di Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del Pd: (ANSA) - ROMA, 3 APR - "E' urgente la discussione e l'approvazione in Parlamento di una legge sui partiti per dare finalmente attuazione all'articolo 49 della Costituzione. Non è più una riforma prorogabile perché servono trasparenza e credibilità per mettere in sicurezza la democrazia del nostro Paese". Lo dichiara Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del PD, commentando l'inchiesta che coinvolge il tesoriere della Lega. "La proposta di legge presentata dal Partito democratico in Parlamento - aggiunge - prevede che i partiti siano trasformati in associazioni riconosciute con personalità giuridiche e che la concessione dei rimborsi elettorali venga vincolata a paletti statutari, stabilendo anche la certificazione dei rendiconti ad una società di revisione e il controllo da parte della Corte dei Conti". (ANSA). In questo contesto vale la pena di ricordare che Il Pd, fin dalla nascita, fa certificare il proprio bilancio da una società di revisione esterna e indipendente (la stessa che certifica il bilancio della banca d’Italia) e farà firmare ai propri candidati dalle elezioni il codice etico per gli amministratori. Al di là dei problemi gravissimi sull’uso del denaro del finanziamento pubblico, bisogna segnalare però che la crisi della Lega nasce dal fallimento della sua politica e dei suoi obiettivi. 
In proposito si può leggere il commento di Stefano Folli su Il Sole 24 Ore:
6. LA SEGRETERIA DEL PD HA DISCUSSO IERI SULLE STRATEGIE PER LE PROSSIME
ELEZIONI AMMINISTRATIVE.
Ieri mattina la segreteria nazionale del Pd si è riunita per fare il punto sulle candidature, sulle alleanze e sulle strategie per le prossime elezioni amministrative. La relazione è stata svolta da Davide Zoggia. Dalle agenzie di stampa: Roma, 3 apr. (Adnkronos) - "Ripartiamo dai comuni per ricostruire l'Italia: è lo spirito con cui il Partito Democratico affronterà la campagna elettorale per le amministrative del 6 e 7 maggio, così come è emerso oggi nella riunione della segreteria Nazionale". Lo afferma Daive Zoggia, responsabile Enti locali del Pd. "Il Pd -osserva- ha già dimostrato a livello nazionale di mettere l'Italia prima degli interessi di partito. Ora, con le elezioni amministrative, c'è l'occasione di far ripartire dalle cittá e dai comuni la riscossa civica della quale c'è bisogno nel paese. Si tratta di un appuntamento importante che chiama al voto quasi 9 milioni di italiani, in circa 1000 comuni di cui 29 capoluoghi. Ai cittadini chiediamo di scegliere sindaci e amministrazioni che indicano come priorità la solidarietà, il civismo, i servizi e il welfare per le famiglie". 
"In molti comuni gli elettori troveranno la lista del Pd, ma in molti altri il partito ha svolto uno ruolo aggregatore, dando vita a liste civiche legate ad esperienze politiche o amministrative locali. Un po’ ovunque invece troveranno un centrodestra che ha portato il paese al disastro e che ora è diviso o confuso, e non solo non è stato in grado di rinnovare l'alleanza Pdl-Lega, ma non è riuscito neanche ad individuare candidati comuni. Equa ripartizione dell'Imu, allentamento del Patto di Stabilità e maggiore attenzione alle politiche a favore degli Enti Locali saranno i temi su cui il Pd incalzerà il governo in queste settimane. 
E intanto rivolgiamo un invito agli amministratori del centrosinistra, già eletti, di partecipare alla campagna elettorale per le amministrative come esempio di buon governo, di attenzione e vicinanza agli elettori in un momento critico dei rapporti cittadini-politica" .