La nota del mattino
Giovedì
10 novembre 2011
1. LE ULTIME FURBATE DI
BERLUSCONI RISCHIANO DI MANDARE L’ITALIA IN FALLIMENTO. LA FERMEZZA DEL PD E
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO CHIUDONO I GIOCHI. ENTRO SABATO IL VOTO
SULLA LEGGE DI STABILITA’. DOMENICA CONSULTAZIONI E INCARICO AL NUOVO GOVERNO,
OPPURE IL VOTO.
Silvio Berlusconi e i suoi
fedelissimi, dimostrando per l’ennesima volta di non avere alcuna idea
dell’interesse dell’Italia, ieri mattina hanno ricominciato a lavorare per risorgere
con l’ennesima piroetta. Il presidente del Senato ha puntato ad allungare i tempi
di riflessione sulla legge di stabilità. Ma la tempesta che immediatamente si è
abbattuta sull’Italia, sui titoli pubblici e sulla borsa, ha dopo un paio d’ore
chiarito
definitivamente che la storia del
presidente del Consiglio che ha governato per otto anni degli ultimi dieci è
finita. L’ennesimo tentativo di un presidente screditato è costato ieri
all’Italia il rischio di un concreto default sui mercati finanziari.
I gruppi parlamentari
dell’opposizione si sono immediatamente attivati per accorciare al massimo
possibile l’iter parlamentare del provvedimento e il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, ha chiarito che le dimissioni di Berlusconi sono date e non
revocabili. Ora o un nuovo governo o elezioni. Tempi brevissimi.
Nel pomeriggio è stato finalmente
chiaro che entro sabato sarà concluso l’iter parlamentare della legge di
stabilità, che sarà approvata con il voto contrario del Pd. Domenica
cominceranno le consultazioni del presidente Napolitano. La nomina di Mario
Monti a senatore a vita ha fatto emergere anche plasticamente il nome del candidato
a guidare un possibile governo di emergenza. Oggi nuova asta dei Bot annuali.
Verranno collocati grazie all’offerta di interessi a un livello straordinario,
oltre il 7 per cento. Se l’Italia non sarà in grado di riconquistare la fiducia
degli investitori, un livello del genere significa pericolo costante di default
e lacrime e sangue per i cittadini, per i posti di lavoro, per i bilanci delle
famiglie.
2. LA NOMINA DI MONTI A SENATORE A VITA INDICA UN POSSIBILE CANDIDATO.
Mario Monti è stato nominato ieri
sera da Giorgio Napolitano senatore a vita. Monti è stato il nume tutelare
della Bocconi, è stato membro di diversi consigli di amministrazione (a
cominciare da quello della Fiat) e per due mandati è stato commissario europeo
alla concorrenza, apprezzato in tutto il mondo. Ha sfidato le multinazionali
Usa, arrivando a multare per violazione delle norme antitrust la Microsoft di
Bill Gates. E’ un commentatore de Il Corriere della Sera.
3. LA LEGA SI SFILA. IL PDL SI
SFRANGIA.
L’ipotesi di un governo di salvezza
nazionale è stata accolta con un no secco dalla Lega di Umberto Bossi. “Andremo
all’opposizione e così potremo rifarci la verginità” ha detto il leader della
Lega, confermando così che ai leghisti nulla interessa del paese e che l’unico
obiettivo che hanno è di far dimenticare i danni per i cittadini, le follie e
le spese pazze per il tenore di vita di ministri e sottosegretari che il loro
governo ha provocato. Anche nel Pdl si è verificata una spaccatura. I duri di
destra hanno già annunciato che saranno contro. Il testo dei parlamentari si è detto pronto a
sostenere un governo di transizione.
Dopo aver ascoltato la sirena degli
estremisti come Giuliano Ferrara, Marina Berlusconi e Daniela Santanché, ieri
Silvio Berlusconi ha ascoltato il suggerimento di Fedele Confalonieri che,
quotazioni di Mediaset alla mano, ha ottenuto che il presidente del Consiglio
deponesse le armi e le speranze.
4. PD IN
CAMPO. PER UN’OPERAZIONE AMPIA CHE SALVI IL PAESE. SU L’UNITA’ BERSANI SPIEGA
LA ROAD MAP DECISA IERI SERA DAL PD.
Ieri sera riunione del
coordinamento del Pd con i principali rappresentanti del partito. Ampia
discussione. Conclusione unanime. La formazione di un governo di salvezza nazionale
può salvare l’Italia. Ma non può essere un ribaltone o un’operazione asfittica.
Deve esserci una chiara discontinuità, un’amplissima maggioranza parlamentare e
i contenuti delle riforme devono avere caratteristiche di forte equità e giustizia.
Da L’Unità. Intervista firmata da
Simone Collini: “Questo governo ci ha precipitati nel discredito,
nell`umiliazione, nella totale mancanza di credibilità». La preoccupazione per
l`andamento della Borsa e per il nuovo record segnato dai tassi d`interesse dei
Buoni del tesoro sembra quasi superare la soddisfazione per le annunciate
dimissioni di Berlusconi. Dice Pier Luigi Bersani che la soddisfazione è «per
come abbiamo
condotto una battaglia che si sta
rivelando positiva, per come abbiamo indotto il Parlamento a certificare la
crisi della maggioranza col voto, e per come abbiamo ottenuto l`accelerazione
della fase politica». Oggi viviamo «un disastro annunciato», dice guardando ai
dati economici. «Almeno da noi». Il leader del Pd parla nel suo studio a
Montecitorio. Lo sguardo è ora rivolto a domenica quando, «se il Presidente della
Repubblica ritiene, c`è la possibilità di iniziare le consultazioni». I mercati
non si sono fidati dell`annuncio di dimissioni dei premier? «Tutto il mondo
ormai lo conosce, i suoi gesti non sono mai senza ombre. E ringraziamo il Capo
dello Stato che con una nota ha messo in chiaro che non c`è nessuna incertezza
sulle dimissioni di Berlusconi e che sono infondati i timori di una prolungata
inattività governativa». Napolitano in quella nota ha scritto: nuovo governo o
voto. «La stessa alternativa di cui parlo ormai da un anno, e che è stata
testardamente impedita da una maggioranza che di fronte ai problemi del Paese
si è dimostrata totalmente irresponsabile. Ora, su spinta dell`opposizione e
per vie parlamentari, siamo arrivati a una svolta. Sono soddisfatto, ma ora c`è
l`esigenza di accorciare i tempi per l`approvazione della legge di stabilità e per
le dimissioni. Abbiamo dato la nostra disponibilità ad ogni forma di
accelerazione, anche se nel merito continueremo ad opporci». Lei vede le
condizioni per un nuovo governo? «Non ho la sfera di cristallo, quello che però
posso dire è che noi siamo pronti a fare la nostra parte a sostegno di un
governo di transizione che abbia la necessaria credibilità sul piano
internazionale per attuare misure eque e far fronte a un`emergenza conclamata».
Oltre a quelli di Pd, ldv e Terzo polo servirebbero una sessantina di altri
parlamentari del centrodestra per dar vita a una maggioranza stabile. Difficile
però che ci sia un tale smottamento nel Pdl, non crede? «Chiariamo subito, la
nostra proposta non comporta in nessun modo ipotesi di ribaltoni o la ricerca di
frange di supporto al margine. Opzioni Scilipoti, per intenderci, non ci
interessano. Ci deve essere un larghissimo coinvolgimento, una presa di
coscienza della situazione in cui versa il Paese e un`ampia assunzione di
responsabilità». Allora la vostra è una disponibilità condizionata... «Ma certo
che poniamo delle condizioni. E sono le stesse condizioni che richiede la
realtà: un governo credibile e che segni una netta discontinuità. Adesso quel
che serve non è una maggioranza abborracciata, fatta con pezzi di partiti, non
è un ribaltone o un aggiustamento con qualche transfuga. Non ci crederebbe
nessuno». Che il Pdl come partito appoggi il nuovo governo è però difficile visto
che Berlusconi ha già detto che dopo di lui c`è il voto, non crede? «È
indecente che il presidente del Consiglio dimissionario indichi la strada. Sono
parole che non voglio neanche prendere in considerazione e aspetto le
valutazioni del Capo dello Stato, le sue consultazioni». Ha considerato il
rischio che tutto il peso del nuovo esecutivo, con un disimpegno di Berlusconi,
nei principi o nei fatti, gravi su di voi? «Il Pd deve innanzitutto
preoccuparsi del fatto che l`Italia è in pericolo, che viviamo il momento più
difficile dal dopoguerra ad oggi. L`intera classe dirigente, se è degna di questo
nome, ha gli strumenti per vedere che sono in gioco posti di lavoro, redditi,
risparmi. Dopodiché se non c`è
un`assunzione di responsabilità seria, bisognerà registrare che non ci sono le
condizioni per un governo di emergenza. Dovrà però essere chiaro che noi saremo
gli ultimi a staccare la spina a questa ipotesi. Noi ci siamo, ci crediamo, e
se per volontà della destra non sarà possibile dar vita a un nuovo governo si
vada subito ad elezioni. Noi non abbiamo paura di andare al voto». Pensa sia
ancora possibile andarci con un`alleanza tra progressisti e moderati? «Certo,
l`ho voluto anche dire davanti alla nostra gente, tutti quelli che sabato sono
venuti a San Giovanni, dalla Valle d`Aosta alla Sicilia, e che non hanno fatto
il viaggio per niente!
Quella manifestazione è stata
determinante per lo sviluppo politico, abbiamo fatto vedere la forza di cui
disponiamo». Perché insistere sull`alleanza col Terzo polo ora che i sondaggi
danno il centrosinistra sette punti avanti il centrodestra? «Proprio ora che l`emergenza
si fa più evidente aumentano le ragioni della nostra proposta. Il tramonto di
Berlusconi pone il problema di una ricostruzione economica, sociale,
democratica. E allora tutti sono chiamati a decidere da che parte stare, se dal
lato del modello populista o se fare la scelta democratica e per un nuovo patto
sociale. Di qua o di là, non ci saranno alternative». I due alleati del
centrosinistra intanto sembrano pensarla diversamente da lei circa lo sbocco
della crisi e la necessità di un governo di transizione. «Non mi risulta che Di
Pietro o Vendola abbiano detto qualcosa di diverso, anche se Di Pietro ha
espresso una preferenza per le elezioni anticipate. Ma se ha cambiato idea lo
dirà al Capo dello Stato. Sia chiaro che c`è la politica e c`è anche il politicismo,
ma prima c`è l`Italia». Chi pensa debba guidare il governo di emergenza? «I
nomi spettano al Presidente della Repubblica. Quello che io penso è che debbano
essere nomi coerenti col problema che abbiamo di fronte, che riguarda il piano economico
e finanziario e che si pone anche sul fronte internazionale. La ricerca va fatta
in quella direzione». Come giudica la nomina da parte del Quirinale di Monti a senatore
a vita? «È una scelta eccellente, arricchirà il Parlamento di un tratto di personalità
e di esperienza preziosi». Come vi comporterete di fronte alla legge di stabilità?
«Se corrisponde a quanto abbiamo letto fin qui voteremo contro. Se ci saranno
novità, le valuteremo assieme alle altre proposte. Ma faremo in modo che questa
agonia duri il meno possibile. Dobbiamo chiudere in fretta questa fase e, se il
Presidente lo ritiene, c`è la possibilità di iniziare le consultazioni già
domenica». E ipotizzabile che il nuovo governo arrivi a fine legislatura o
prevede che in ogni caso si voterà prima del 2013? «Non si possono fissare
scadenze, un governo si tara non mettendo date ma dando obiettivi. La prima
criticità sottaciuta, che il nuovo esecutivo
dovrà risolvere, è che la manovra
approvata prevede per il 2012-2013 20 miliardi reperibili nella delega
assistenziale. Si tratta di una vera e propria bomba ad orologeria perché il
governo vuole prendere 20 miliardi da dove non ci sono. È solo un primo esempio.
Noi ribadiamo l`esigenza e l`impegno per il pareggio di bilancio, ma le misure che
dovrà attuare il nuovo governo non potranno essere a carico dei lavoratori e
della povera gente».
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