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venerdì 1 aprile 2011

LA NOTA DEL MATTINO 1 APRILE 2011


  
     GIUSTIZIA. VINCE LA TENACIA DEL PD. CAPORETTO DELLA DESTRA. E LA BATTAGLIA CONTINUA IN PARLAMENTO E NELLE PIAZZE. PROSSIMA SETTIMANA DECISIVA. BERLUSCONI RIPROVA A SVIARE L’ATTENZIONE DA PROCESSI E NORME CON IL TRUCCO CON UN ALTRO SHOW: A TUNISI.

La tenacia e la fermezza del Partito democratico, dentro e fuori al Parlamento, hanno permesso alle opposizioni di sconfiggere il tentativo di approvare in fretta e furia una leggina sulla prescrizione breve che avrebbe messo Silvio Berlusconi al riparo dalla condanna per corruzione nel processo Mills. Per la destra, che ha dimostrato incapacità tattica e di tenuta, i due giorni di dibattito alla Camera, con intemperanze, insulti e nervosismi, sono stati una Caporetto. Ma la partita non è finita. La prossima settimana riprende il dibattito sul processo breve (compresa la prescrizione breve) e si dovrà votare anche per il conflitto di attribuzione, cioè per sollevare o no presso la Corte Costituzionale il problema di trasferire il processo per concussione e prostituzione minorile nei confronti di Berlusconi dal tribunale di Milano al tribunale dei ministri. Lunedì (giorno in cui il presidente del Consiglio aveva promesso che sarebbe tornato in tribunale per il processo per evasione fiscale Mediatrade) Berlusconi si recherà a Tunisi per parlare di immigrazione. Si prevede un altro show mediatico per coprire di fronte all’opinione pubblica i processi e la discussione parlamentare sulle leggi ad personam.
La Repubblica: “Bersani indica la via della «piazza e del Parlamento». «Dobbiamo stare in tutti e due i luoghi. Combatteremo alla Camera anche martedì sul conflitto di attribuzione per il processo Ruby. Prepariamo le notti bianche 1`8 aprile su scuola e democrazia. A Napoli, Torino, Milano e Bologna». E Bersani spedisce una lettera a Casini e Di Pietro per un`azione comune della minoranza sui tg Rai: monitoraggio costante per denunciare omissioni e censure.
La replica dell` Udc e dell`Idv è positiva. «Aderiamo», dice il centrista Roberto Rao. L`opposizione prova a marciare unita”.
Rosy Bindi: “Il rinvio alla prossima settimana del processo breve è una sonora sconfitta dell'arroganza di questo governo e questa maggioranza. E' stata premiata la determinazione delle opposizioni e la fermezza della battaglia condotta dal Pd nell'aula di Montecitorio e con la mobilitazione dei cittadini in difesa della Costituzione e della legalità. La nostra battaglia continuerà, noi non ci fermiamo e non ci saranno più settimane ordinarie di lavori parlamentari”.
Unità. Intervista a Dario Franceschini, presidente del gruppo parlamentare del Pd alla Camera. “Una sconfitta totale della maggioranza, una resa incondizionata. Dopo due giorni di fuoco sono stati costretti a rinviare la prescrizione breve. Sono riusciti solo a dimostrare una volta di più qual è la loro vera priorità: Berlusconi e i suoi processi. I problemi del Paese vengono dopo». Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd, risponde a l`Unità appena uscito dal Quirinale, dove è stato ricevuto dal presidente Napolitano insieme alla collega Anna Finocchiaro.  Cosa insegna questa due giorni di battaglia parlamentare rispetto al come fare opposizione? E una fase che richiede un di più di intransigenza? «Non è una fase che richiede modalità diverse: un grande partito deve costantemente tenere insieme una parte propositiva e una di contrasto duro quando si vedono abusi totali come quelli di questi giorni: di fronte a tali violazioni delle regole l`opposizione deve diventare intransigente, senza timore che questo annacqui il messaggio riformista. E questo produce risultati: dopo solo due giorni di "fuoco" da parte nostra, ieri hanno rinviato le norme sulla prescrizione di cui solo mercoledì era stata chiesta con un voto l`anticipazione. Hanno gettato il Parlamento nel caos, dando al Paese  l`immagine di una maggioranza che in cima a tutto mette i processi di Berlusconi: dal conflitto di  attribuzione sul caso Ruby fino alla prescrizione. Se c`è tempo poi viene tutto il resto». Nel Pd si è chiuso il dibattito sull`Aventino, cioè l`idea di abbandonare i lavori del Parlamento? «È chiuso.
Capisco che possa avere un effetto evocativo, ma di Aventino nella storia italiana ce n`è già stato uno, e mi pare che sia bastato. Da li è partito il Ventennio fascista. Questi due giorni hanno dimostrato che l`opposizione deve stare in aula, quando c`è lo scontro non si abbandonano i posti di combattimento. E se l`opposizione combatte tutta unita, dall`Idv fino a Fli, i risultati arrivano. Se ce ne fossimo andati, Pdl e Lega avrebbero approvato la prescrizione breve in un`ora e mezzo. Finché io sarò capogruppo, il Pd starà in aula a combattere, usando tutti gli strumenti previsti dal regolamento». Esclude anche l`ipotesi di dimissioni di massa? «È un altro argomento evocativo, ma non abbiamo nessuna intenzione di lasciare campo libero a Berlusconi. Non scherziamo, e poi se ci dimettessimo subentrerebbero i non eletti. Siamo stati votati per fare opposizione, non bisogna farsi trascinare da ondate emotive. Di fronte ai rischi che corre la democrazia c`è bisogno sia del nostro lavoro in Aula sia di una mobilitazione civile e pacifica nel Paese. Non sono alternative, sono complementari». Oggi nel Pd è riaffiorata l`idea che con questi numeri il governo non finirà la legislatura... «Lo diciamo dal 14 dicembre: hanno una maggioranza in grado di reggere solo sui "grandi eventi", e cioè voti di fiducia e leggi ad personam. Su tutto il resto non sono in grado di garantire la presenza in aula dei membri del governo. Così condannano il Parlamento alla paralisi, non hanno più i numeri per affrontare i problemi del Paese». Si è discusso spesso delle presenze in aula dell`opposizione. A volte le assenze hanno salvato il governo... «Il nostro gruppo ha il record delle presenze, con una media oltre il 95%. Poi ci sono le malattie, o gli eventi imprevedibili. Ma sono orgoglioso di come si comportano i miei deputati. Nella maggioranza invece hanno i nervi a fior di pelle perché hanno capito che non ce le fanno a governare: mercoledì il ministro della Difesa che insulta il presidente della Camera e l`opposizione, ieri il ministro della Giustizia che scaglia il tesserino contro i banchi dell`opposizione...». Torna a tirare aria di elezioni? «Non dobbiamo ricominciare a parlare di alleanze. Per il momento basta che le opposizioni si muovano insieme in Parlamento e comincino a fare anche delle iniziative comuni nel Paese, coinvolgendo anche chi sta fuori dal Parlamento come Sel. A Cortona ho parlato di "Patto delle opposizioni": di fronte ai rischi corre la democrazia deve prevalere l`idea che siamo in emergenza democratica. Cosa deve succedere ancora prima che ce ne accorgiamo? Quali altri abusi? Di fronte a un`emergenza, anche degli avversari, che forse torneranno ad esserlo, devono costruire un percorso comune». Oggi pomeriggio (ieri, ndr) la Lega è sembrata andare per conto suo sull`ordine del giorno della Camera. Ha colto segni di "sganciamento" dal Pdl? «Nessuno sganciamento. Nelle vicende fondamentali si dimostrano sempre servitori fedeli del Capo. Erano tutti in aula, compreso Bossi, a votare per una legge che non influisce solo sui processi di Berlusconi, ma sui reati comuni. Un incensurato che commette una rapina, un furto o una violenza carnale avrà uno "sconto" sulla prescrizione. Alla faccia della sicurezza di cui si riempiono la bocca...». Fine del dialogo sul federalismo fiscale? «Su quel tema continuerà il nostro lavoro di merito per migliorare i decreti o almeno contenere il danno. Sono regole che riguardano il futuro del sistema Paese, non ci possiamo sottrarre».

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