Venerdì 16 dicembre 2011
1. OGGI IL VOTO DI FIDUCIA
SULLA MANOVRA. IL PD, CON GLI INTERVENTI DI FRANCESCHINI E BERSANI, DICE SÌ,
VANTA LE MODIFICHE IN POSITIVO OTTENUTE, MA INDICA ANCHE I TEMI SUI QUALI NON MOLLA E CONTINUERÀ A LOTTARE PER
OTTENERE RISULTATI: LAVORATORI PRECOCI, LIBERALIZZAZIONI, CONCORRENZA. SENZA
DIMENTICARE LA PROSSIMA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI.
Oggi la Camera dei Deputati vota la fiducia e la manovra economica che
il governo di Mario Monti ha presentato per togliere l’Italia dal “fronte più
esposto” della crisi che imperversa in Europa e nel mondo, cioè dall’orlo del
baratro dove l’avevano condotta l’incapacità di governare e le idee sbagliate
di Bossi e di Berlusconi.
Se il Pd fosse stato al governo la manovra non sarebbe stata la
stessa, come è ovvio. L’intervento messo a punto da Monti e dai suoi ministri
presenta diversi punti dolenti. Non pochi sono stati corretti grazie
all’intervento parlamentare del Pd. Altri sono rimasti aperti. Ma la storia non
finisce con il voto di oggi. Con gli interventi in aula del presidente del
gruppo parlamentare Dario Franceschini e del segretario nazionale, Pier Luigi
Bersani (tra le 19 e le 20 in diretta tv) , il Pd oggi dirà sì alla manovra per
salvare il paese, rivendicherà le numerose modifiche positive ottenute e i provvedimenti
inserititi su suggerimento dei democratici, ma indicherà anche i punti sui
quali il Pd continuerà la propria battaglia, a cominciare dal trattamento da
riservare ai lavoratori precoci (“agli operai entrati in fabbrica a 15 anni
l’Italia deve pur dire grazie”, ha detto Bersani) e dalle liberalizzazioni.
Bersani già ieri ha preannunciato anche la posizione del Pd per i
passi successivi del governo. “Proprio la riforma delle pensioni impone ora di
pensare al lavoro, ma partendo dal punto degli ammortizzatori sociali. Ci sono
i lavoratori meno giovani e che stanno perdendo il lavoro, ma hanno di fronte
un lungo periodo prima di poter accedere alla pensione. Ci sono i giovani.
Come ha certificato la Confindustria stiamo perdendo 800 mila posti di
lavoro. Il punto dal quale prendere le mosse è dunque quello della riforma e
dell’irrobustimento degli ammortizzatori sociali. Sul resto dopo si vedrà”.
2. BERLUSCONI E LA LEGA
RECITANO LA SOLITA FILASTROCCA. MA E’ SOLO UN CERTIFICATO DI ESISTENZA IN VITA.
La Lega sbraita alla Camera (come già aveva fatto al Senato) e tenta
di oltrepassare così il muro del silenzio e di tornare a quindici anni fa, ma
nel frattempo auto blu, scandali e leggi disastrose ne hanno sfregiato
l’immagine. Berlusconi torna a fare uno dei suoi discorsi strampalati. Ma sono
solo l’ombra di ciò che erano. Queste manifestazioni di celodurismo verbale o
fisico equivalgono alla richiesta – di fronte all’anagrafe degli elettori - di
un certificato di esistenza in vita. Oggi il Pdl voterà la manovra, perché ben
sa che senza questo passaggio la situazione tornerebbe al baratro dove proprio
il centrodestra l’ha portata. La Lega tenta di trarre un lucro politico da un
atteggiamento da masanielli. Ma il
risultato di questa mancanza di responsabilità è tutto da verificare.
3. RISCHIO ANNI TRENTA. IL
FONDO MONETARIO ALZA IL LIVELLO DELL’ALLARME. E IN EUROPA I PROGRESSISTI
METTONO SOTTO ACCUSA I PATTI SARKOZY-MERKEL. OGGI INCONTRO HOLLANDE-BERSANI PER
UN A NUOVA EUROPA.
Il Fondo monetario internazionale alza il livello dell’allarme.
Adombra addirittura il pericolo di una situazione simile a quella degli anni
Trenta. E lascia intendere che gli accordi europei forse non sono in grado di
garantire la fuoriuscita dalla crisi dei debiti sovrani.
Dalle agenzie di stampa. (TMNews) - Il direttore del Fondo monetario
internazionale ha affermato che la crisi sui debiti pubblici dell'area euro
"si sta espandendo" e che sta subendo "una escalation" tale
che potrebbe non esser più gestibile solo da un gruppo di paesi. Un monito che
Christine Lagarde ha lanciato durante un evento a Washington. Il contrasto a questa
crisi dovrà ovviamente iniziare "là dove ha epicentro: i paesi dell'area
euro". Tuttavia è "un motivo di inquietudine per tutte le
economie", viste le loro "interconnessioni". Il vice direttore
del dipartimento relazioni esterne del Fmi, David Hawley, ha detto che al
momento il Fmi ha risorse "adeguate alle sue necessità", ma che
nell'eventualità di un aumento che si rendesse necessario sta portando avanti
le discussioni con vari paesi membri su come procedere.
Oggi il candidato progressista alle presidenziali francesi, Francois
Hollande, è a Roma. Nel pomeriggio, insieme al segretario nazionale del Pd,
Pier Luigi Bersani, parteciperà alla conferenza sul futuro dell’Europa
organizzata dal Pd nell’auditorium del tempio di Adriano.
Da La Repubblica. Intervista a Hollande. «L`Italia deve tornare a
essere protagonista in Europa. E’ assurdo rinchiuderci in un téte à téte tra
Francia e Germania». Francois Hollande ha già preso un piglio presidenziale,
per come parla ispirato, con frasi nette, assumendo spesso un tono grave che si
differenzia molto da quello, più bonario, che tutti conoscevano fino a qualche
mese fa. Il candidato della gauche si appresta a sfidare Nicolas Sarkozy con la
speranza di entrare all`Eliseo, diventando il secondo presidente socialista
della Quinta Repubblica dopo Mitterrand. «Le sinistre francesi, italiane e
tedesche devono poter elaborare una risposta comune e alternativa alla crisi»
racconta Hollande che stamattina arriva a Roma,
su invito del Partito democratico. Nel corso del colloquio con
Repubblica, le sue parole più frequenti sono "giustizia",
"equità", "speranza". E sul suo rivale dice: «Sarkozy ha
fallito e vuol far credere a tutti di non avere nessuna responsabilità».
L`Europa ha faticosamente raggiunto un nuovo accordo per la riforma dei
Trattati. Se lei sarà eletto, lo sottoscriverà? «L`accordo approvato a
Bruxelles il 9 dicembre non risolve la situazione.
Nessuno ancora ne conosce la traduzione giuridica. In questa
emergenza, una revisione dei trattati dall`esito incerto è una perdita di
tempo. Generalizzare le politiche di austerità non ci permetterà di superare
questa crisi. La crescita è stata dimenticata dall`accordo, come anche gli
eurobond. Se sarò eletto dai francesi, chiederò che venga rinegoziato per
favorire anche la crescita e la solidarietà». Angela Merkel dispone e Sarkozy
esegue? «Il metodo è sbagliato. Riconosco che il motore franco-tedesco è
essenziale per l`Europa quando è in grado di trascinare, convincere, non di
imporre. Rinchiudersi in un faccia a faccia porta solo a privarci di sostegni
importanti, come ad esempio quello del presidente del Consiglio europeo, Herman
Van Rompuy. Il lavoro con gli altri partner europei è fondamentale, in
particolare quello con l`Italia, grande paese fondatore dell`Europa. Ciò che
vengo a dire agli amici del partito democratico, come ho già fatto con la Spd
in Germania». Oggi incontrerà anche il Presidente Napolitano e il premier
Monti. Cosa pensa del nuovo governo tecnico? «Vorrei intanto rendere omaggio a
Giorgio Napolitano e alla sua azione per l`Italia e l`Europa. Mario Monti ha
ricevuto la fiducia dal parlamento, che ha scelto di rispettare la scadenza
elettorale già fissata. Nei prossimi mesi avremo in Francia, Germania, poi
anche in Italia, importanti appuntamenti elettorali. E` la grande forza delle
democrazie in questi tempi di crisi». Il rigore finanziario è l`unica via
possibile? «Niente potrà essere fatto senza una riduzione dei deficit e del
debito. Quello che propongo ai francesi è un ritorno programmato all`equilibrio
di bilancio nel 2017 seguendo un criterio di giustizia sociale.
Non basta. Dobbiamo creare le condizioni per rilanciare la crescita e
sviluppare gli strumenti per una regolamentazione che permetta alle nostre
democrazie di prendere il sopravvento sul ricatto imposto dai mercati
finanziari». L`Italia sta approvando una nuova riforma delle pensioni. Lei
vuole rinegoziare quella approvata dall`attuale governo francese, che ha
abolito l`età pensionabile a 60 anni? «Il piano di Sarkozy non è né giusto né
sostenibile finanziariamente. Correggere quella riforma è soprattutto una
questione di giustizia. Bisogna ristabilire la possibilità di andare r in
pensione a 60 anni per quelli che hanno incominciato a lavorare a 18 anni, o
prima, e che hanno i contributi necessari. Ne discuterò anche con i sindacati.
Contrariamente a Sarkozy, r non voglio usare la comunicazione come alibi né
dare soluzioni dogmatiche». La crisi può accelerare il cambio di maggioranza in
trancia com`è già successo in altri paesi europei? «La crisi è ovviamente un
dato essenziale dell`elezione di maggio 2012. Spetterà ai francesi fare una
scelta di cambiamento dopo un quinquennio nel quale il Presidente uscente ha
fallito». Lei è sempre favorito nei sondaggi ma Sarkozy ha recuperato qualche
punto. Teme un`inversione di tendenza? «Francamente, preferisco essere in
questa situazione anche se cerco di non occuparmi troppo dei sondaggi. Sarkozy
vuole far credere di non avere non avere nessuna colpa, di non essere
responsabile dei deficit pubblici esplosi sotto al suo mandato, del debito,
della disoccupazione. La verità è invece che ha una pesante responsabilità nei
problemi che la Francia oggi attraversa. Il mio dovere è mostrare che un`altra
via è possibile. Voglio creare un nuovo slancio, aprire la speranza, imponendo alcune
priorità: i giovani e l`istruzione, la produzione e la competitività, la
giustizia fiscale e sociale». Cercherà un accordo con Francois Bayrou,
candidato centrista sempre più popolare? «Bayrou è un politico che rispetto ma
non appartiene alla sinistra. Le sue posizioni sono spesso conservatrici. Su
molti punti siamo in disaccordo. Il cambiamento in Francia non passa da lui.
Quando ci sarà il secondo turno delle elezioni, Bayrou dovrà scegliere tra il
Presidente uscente, che ha spesso combattuto, e il candidato del cambiamento e
della giustizia, quale io voglio essere». Se sarà eletto, quale sarà il suo
primo atto da Presidente? «La destra ci lascerà la Francia in uno stato
economico e sociale tale che avrò molte emergenze da affrontare. Dovrò dunque
andare subito all`essenziale. Per questo che la prima legge che proporrò ai
parlamentari è quella di una grande riforma fiscale, affinché i prelievi siano
più progressivi ed equi. Nessuno sforzo sarà accettato dai francesi se non
vedranno che è equamente distribuito. Questa riforma fiscale sarà la base sulla
quale potrò sviluppare le mie priorità. In un contesto così difficile, voglio
dare una speranza credibile al mio paese».
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