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mercoledì 21 settembre 2011

IL PREMIER E IL GESTO NECESSARIO


 21-09-2011
Foglio 1



Signor Presidente, l’Italia prima di tutto
di Roberto Napoletano
fonte il Sole 24ORE 




Il debito totale americano (Stato, imprese, finanza e famiglie) è pari a tre volte e mezzo il prodotto interno lordo. La geografia del mondo ha cambiato le sue capitali” e molti poveri di ieri sono i ricchi di oggi tra contraddizioni, processi democratici incompiuti, grandi squilibri, spirito di sacrificio e voglia di fare. La nuova Bretton Woods non si è vista e la finanza speculativa continua a farla da padrona (come prima, più di prima), in una sola sera, nel luglio del i7c,o, tre uomini, Alexandcr Hamilton, da una parte, Thomas Jefferson e Janies Madison, dall’altra, raggiunsero un compromesso e fecero gli Stati Uniti d’America una capitale, un esercito, un bilancio statale e buoni del Tesoro. Più di due secoli dopo l’Europa ha fatto l’euro e si è fermata: purtroppo, la cancelliera, Angela Merkel, e il presidente dell a Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, insieme non fanno un Kohl. 
Fare pagare alla piccola Italia il conto di tutto ciò è troppo. Abbiamo scritto tante volte che il lavoro e il risparmio degli italiani meritano rispetto: Perché se è vero che la crisi è globale ed esige leader e risposte globali che tardano a venire o non arrivano affatto, è altrettanto vero che come avevamo avvertito (“Guai se l’Italia diventa lo Stato da vendere”, sabato 30 luglio) il primo Paese che rischia ora, dopo la Grecia, è proprio l’Italia e questo avviene perla fragilità della sua coalizione di governo, la .catena imbarazzante di scandali che tocca direttamente il presidente del Consiglio, suoi ministri e loro diretti collaboratori, l’incapacità perdurante di assumere decisioni dolorose ma necessarie, un quadro complessivo di decoro violato delle istituzioni. Sentirselo dire da Jacques Attali, davanti al fior fiore degli imprendi tori del made in Italy  come è avvenuto ieri a Bologna, garantisco che fa un certo effetto. 
La credibilità del Paese, in questo momento, è un bene troppo importante per essere sacrificato sull’alt are di qualsiasi calcolo politico o peggio personale, ancorché legittimi. L’interesse generale viene prima di quello individuale (è giusto che sia così) e sottrarre oggi l’Italia dal circuito perverso - default Grecia, sfiducia sull'Italia e sulle banche sue e francesi, sfiducia sull’Europa che fatica a salvare” l’italia, le banche e se stessa è un imperativo categorico. 
Il presidente del Consiglio dimostri di amare davvero l’Italia e di avere, di conseguenza, la forza e la volontà di farsi da parte se è costretto (come tutto rende evidente) a prendere atto che non riesce a far e quello che serve, Lo faccia nell'interesse del Paese, si comporti da uomo di Stato e da uomo dell’economia. Dopo la Grecia, Signor Presidente, non ci può essere l’Italia, mai e poi mai, per una volta non si giri dall'altra parte e si ricordi che grandi responsibilità impongono anche grandi sacrifici. Sappiamo che le costerà, ma sappia pure che la storia (dopo questo gesto) saprà fare i conti giusti.

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