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martedì 3 maggio 2011

IL GOVERNO PREPARA LE PROMESSE SULLO SVILUPPO DA PRESENTARE SABATO AGLI INDUSTRIALI. MA INTANTO E’ IL CAOS SUL DECRETO PER LE RINNOVABILI, CALANO LE RETRIBUZIONI, PREZZI E TARIFFE SONO FUORI CONTROLLO E I CONSUMI SONO FERMI.



Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sta cercando di mettere a punto un provvedimento che parli di ripresa (Draghi, Monti, la Confindustria, il Fondo monetario e l’Ocse: non c’è un economista che non critichi il governo italiano per l’assenza di iniziative su questo tema, che è invece centrale nei progetti alternativi del Pd).
Tremonti Potrà presentare solo misure di piccolo cabotaggio e promesse, perché altrimenti dovrebbe fare cose che il governo della destra non si sogna nemmeno di mettere in campo, dalle liberalizzazione a una vera lotta all’evasione fiscale. Ma i suoi colleghi fremono. Non importa se saranno solo promesse: sabato si riuniranno a Bergamo gli industriali. Per la prima volta in vent’anni sono state riconvocate le assise generali della Confindustria. Berlusconi e i suoi ministri mirano a recuperare consenso con il solito metodo. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ieri ha dato un saggio anticipato di che cosa si sta preparando: “Dalla semplificazione burocratica verrà un taglio di spesa da 10-12 miliardi di euro” ha sparato, incurante dei ben diversi risultati conseguiti fino ad oggi.
Funzionerà ancora il metodo delle promesse a fondo perduto? Una cosa è certa: questa volta gli industriali si trovano davvero alle strette. «Se dovessi riassumere quello che devono fare al più presto gli imprenditori direi: crescere, crescere, crescere. A cui aggiungerei che devono assolutamente cancellare quanto pensavano andasse bene fino a pochi anni fa: piccolo non è bello, è soltanto piccolo e con il mondo diventato così grande il rischio è quellodi sparire. Anche noi di Confindustria forse avremmo dovuto ripeterlo con più violenza: qui o si cresce o si muore» ha detto il vicepresidente della Confindustria Alberto Bombassei a La Repubblica, avvertendo che dalla crisi non si potrà uscire senza fatica e senza un cambiamento anche delle imprese: “Le riflessioni di Bombassei partono 
dall`analisi dimensionale delle imprese italiane per arrivare a chiedere un cambio culturale. A partire da una richiesta per certi versi "rivoluzionaria": quella di smetterla con l`evasione fiscale e tornare a investire con decisione nel futuro delle proprie imprese”.
Mentre il governo prepara le promesse per fare bella figura di fronte agli industriali, il settore delle imprese che lavorando nel settore delle fonti di energia rinnovabili, l’unico che grazie alle misure adottate dall’ultimo governo di centrosinistra stava crescendo a ritmi sostenuti nonostante la crisi, sta andando alla malora. Il decreto sugli incentivi è ancora in alto mare. I ministro Romani e Prestigiacomo litigano. Aziende, lavoratori e clienti sono fermi da mesi senza sapere che cosa li aspetta. Non solo. Le retribuzioni sono ferme e l’inflazione rialza la testa anche grazie al governo e in queste condizioni i consumi ovviamente rallentano, con  buona pace della ripresa. L’Istat ha fornito ieri due dati interessanti sulle retribuzioni. Lo stipendio standard dei dipendenti italiani nell’ultimo anno è cresciuto solo del 2 per cento, mentre l’inflazione è in crescita del 2,5. Ma se si va oltre la media si scopre che nelle grandi aziende le retribuzioni lorde per ora lavorata, comprensive anche delle remunerazioni occasionali, su base annua sono risultate in calo del 3,5 per cento. L’inflazione invece in Italia corre di più che nel resto d’Europa. Antonio Lirosi, l’ex mister prezzi del governo Prodi, spiega oggi in un articolo sull’Unità quali sono le cause e quali le colpe del governo della destra.

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